Chi ha ordinato di bombardare l’Abbazia di Montecassino il 15 febbraio 1944 durante la sanguinosa battaglia sulla linea Gustav?

Era necessario radere al suolo l’antico cenobio benedettino?

Per anni la versione ufficiale sosteneva che dentro l’abbazia ci fossero i tedeschi, poi ampiamente smentita e che a dare l’ordine sia stato il generale neozelandese Freyberg per necessità militari.

Ma diversi storici, analisti e saggisti hanno studiato a fondo le carte, i documenti, le dichiarazioni per capire fino in fondo le decisioni nella lunga catena di comando degli Alleati che hanno portato al devastante attacco su Montecassino.

La versione ufficiale delle responsabilità attribuite esclusivamente al generale Freyberg lasciano molti dubbi e diversi interrogativi ancora non chiariti.

In un lungo, dettaglio e pregevole saggio dal titolo “Il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino del 15 febbraio 1944. Le responsabilità dell’inutile distruzione”, pubblicato dalla rivista Editorpress History, Antimo Della Valle, giornalista e saggista storico, autore di libri storici e numerosi articoli e saggi per quotidiani e riviste, analizza una serie di documenti d’archivio che mettono in evidenza tutti gli interrogativi cercando di dare delle risposte sulla base della documentazione acquisita.

Dal saggio emerge con chiarezza che i tedeschi non erano presenti nell’abbazia, come già ampiamente dichiarato dai monaci presenti, che gli Alleati pur dichiarando di avere le prove certe, in realtà non le avevano, che in tanti condividevano la decisione di bombardare che poi si è rivelata fallimentare.

Emerge anche, sulla base di un documento proveniente dagli Archivi Usa, l’ipotesi di una pressione psicologica sul nemico.

Un bombardamento inutile

Molti avevano approvato quel bombardamento spettacolare, ma inutile e dannoso per gli stessi alleati, in quanto successivamente i tedeschi utilizzarono le rovine del monastero per organizzare una resistenza ancora più dura. Gli alleati cercarono di giustificare il loro inutile e dannoso bombardamento adducendo come motivazione la decisione con la necessità di fermare i tedeschi che erano all’interno dell’abbazia, ma tale giustificazione fu smentita appena dopo i bombardamenti dagli stessi monaci e da tutti i documenti successivi che dimostrarono l’assenza dei tedeschi. Ci fu anche qualche tentativo alleato di fornire qualche prova al Vaticano circa la presenza dei tedeschi all’interno dell’Abbazia, ma quando i vertici militari si accorsero che le prove non reggevano alla realtà dei fatti fu coniata l’espressione ” Prove inconfutabili”, utilizzata dal presidente Roosevelt in una comunicazione diretta al pontefice.

Le responsabilità della distruzione dell’Abbazia di Montecassino

La decisione di bombardare il monastero fu errata e riconosciuta dallo stesso Generale Clark, ma ancora non si riesce a comprendere per quale motivo fu scaricata sul monastero una tale quantità di bombe, 453 tonnellate e mezza, su un obiettivo così piccolo e per quale motivo fu deciso di programmare 8 ondate di aerei nell’arco di 4 ore.

Per distruggere il monastero fondato da San Benedetto bastavano pochi aerei e non era necessario utilizzare la forza aerea strategica, le fortezze volanti, che solitamente veniva utilizzata per obiettivi strategici come porti, aeroporti.

La responsabilità dell’inutile bombardamento fu attribuita esclusivamente al generale neozelandese Freyberg, ma rimane il forte dubbio che, considerando l’importanza storica e religiosa nel mondo di tale monastero, il presidente americano Roosevelt e il premier britannico Churchill fossero a conoscenza del bombardamento e avessero dato il loro assenso. Non c’è documentazione certa su questo ultimo punto, ma c’è qualche indizio che Churchill fosse a conoscenza di un attacco a Montecassino.

Nel saggio “Il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino del 15 febbraio 1944..” Antimo Della Valle fornisce nuove ipotesi sulle responsabilità del bombardamento dell’Abbbazia benedettina

“Anche se non c’è documentazione evidente sembra molto probabile che il bombardamento del 15 febbraio e quello della città di Cassino del 15 marzo, previsto per il 22 febbraio e spostato per le condizioni atmosferiche (operazione Ludlum), – scrive Antimo Della Valle – possa essere un unico piano ideato per far pressioni psicologiche sul nemico utilizzando un enorme quantitativo di bombe. Questo potrebbe spiegare l’uso massiccio della Forza Aerea strategica. Infatti un documento pubblicato in un rapporto sull’attacco alla città di Cassino del 15 marzo 1944, Effetto del bombardamento sul morale. Opinioni specialistiche, fa riferimento ad un studio effettuato per stabilire gli effetti del bombardamento sul morale”.

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